mercoledì 21 gennaio 2009

Intervista a Luis V. Rey , La Stampa.

Sul sito della Stampa è presente una breve intervista al paleoartista Luis Rey , presente alle conferenze di Futuro Remoto 2008
(Per l'intervista cliccare sul titolo del post)
Gialli , viola , dinosauri punk ! O_O

lunedì 19 gennaio 2009

(Ipotetico) Sistema riproduttore di Theropodi estinti

In questo post , si provera a fare un' ipotetica rassegna di come potrebbe apparire l'apparato riproduttore di dinosauri theropodi non aviani , in base a informazioni che la moderna zoologia ci consente di ricavare.
Quindi proveremo ad analizzare i vari apparati riproduttori di uccelli e coccodrilli , gli animali attuali più strettamente legati con gli abitanti dell'era mesozoica.
Determinazione del sesso e dimorfismo
In molti mammiferi , rettili , anfibi , pesci e insetti , sono i cromosomi X e Y che producono gli enzimi che determinano il sesso.Un ovulo fecondato XY darà origine ad un maschio , mentre uno XX darà origine ad una femmina.Questo accade in tutti i mammiferi e in alcuni insetti.Tuttavia negli uccelli si ha un inversione di tendenza. E' infatti la combinazione XX che da origine ad un individuo maschio , mentre una combinazione XY darà origine ad una femmina, quindi contrariamente a quanto accade per noi negli uccelli il genere eterogamico e quello femminile.
Tuttavia nonostante la presenza di questi cromosomi , ogni embrione di uccello ha in se le possibilità di svilupparsi con sesso opposto.E' interessante anche notare come la temperatura agisce sulle uova di coccodrillo.
Se in un nido , la temperatura si aggira intorno ai 28°-30° C i nascituri saranno tutte femmine , con una temperatura compresa tra i 32°-34° C i nascituri saranno maschi, e nel caso di temperatura intermedia fra queste , saremmo in presenza di una nidiata composta sia individui dal sesso maschile che dal femminile.
Dato che la condizione sopradescritta negli uccelli sembrerebbe essere un tratto primitivo è possibile IPOTIZZARE che esso fosse presente anche nei loro predecessori mesozoici.
Molto spesso uccelli e rettili mostrano un notevole dimorfismo sessuale con strutture per il display come piume , ornamentazioni , bargigli... Si ha anche un dimorfismo a livello dimensionale. Spesso e volentieri ,come accade nei coccodrilli ,i maschi sono i piu grossi e pesanti.Numerosi scheletri di theropodi sembrano mostrare queste differenze , portandoci a pensare che si tratti di individui dal differente sesso.

Organi maschili.
Le gonadi di coccodrilli e uccelli , i testicoli , producono spermatozoi unicamente nella stagione degli amori.E proprio in questa fase arrivano ad igrossarsi notevolmente , pensate che negli uccelli essi raggiungono dimensioni di anche 200-300 volte maggiori rispetto a quelle durante un qualsiasi altro periodo dell'anno (il testicolo di un anatra può raggiugere, pensate , 1/10 del suo peso corporeo). In coccodrilli , uccelli, serpenti e lucertole , la copulazione avviene attraverso la cloaca. Il maschio possiede un pene retrattile che penetra la femmina. Per aiutarsi nella copulazione i coccodrilli si aiutano intecciando le code per tenere una presa piu salda al partner.In alcuni uccelli piu derivati tuttavia nei maschi il pene retrattile non è presente , e l'accoppiamento avviene attraverso un contatto delle due cloache detto anche "bacio delle due cloache".Da ciò possiamo desumere , che fosse più che probabile che i theropodi possedessero una cloaca ed anche un pene retrattile.(dato che sia coccodrilli arcosauri e uccelli primitivi possiedono tali caratteristiche). Inoltre tutto ciò è rafforzato dalle numerose analogie che lo scheletro dei teropodi presenta con quello dei coccodrilli.E riscontrato infatti in alcuni reperti , la presenza di un extra-chevron per l'attacco dei muscoli retrattili per il pene , e gli esemplari che possiedono questa caratteristica sono solitamente più gracili e esili degli altri.Possiamo quindi dedurre anche che probabilmente nei theropodi il dimorfismo sessuale si verificava come in alcuni uccelli dove le femmine , piuttosto che i maschi , sono piu grosse e robuste.
Uova
Qualunque embrione all'interno di un uovo ha bisogno di respirare , cioè di riuscire a scambiare ossigeno e anidride carbonica con l'esterno. I gas sono scambiati tramite i pori del guscio. Il diossido di carbonio in eccesso forma un leggero acido che con l'andar del tempo scioglie lentamente il guscio , gli ioni di calcio sciolti vanno poi a formare lo scheletro dell'embrione formato da fosfato di calcio.Altre sostanze di scarto come l'urea vengono immagazzinate all'interno dell'uovo.Nei Theropodi estinti molto spesso l'unica testimonianza diretta che possiamo avere sul "chi ha deposto cosa" è la presenza di un embrione fossile, tuttora embrioni fossili sono presenti per i seguenti Theropodi , sono Oviraptor , e Troodon. Le uova di tutti questi theropodi sono tipicamente allungate , con la presenza di numerosi pori atti alla respirazione.Molti reperti ritrovati di nidi fossili , contengono all'incirca due dozzine(sebbene vi siano testimonianze di nidiate da oltre 100 unità !!) di uova disposte a spirale con l'asse di ogni uovo rivolto verso il centro.Questa particolare disposizione , che differisce da quella dei moderni arcosauri (coccodrilli e uccelli) ha posto non pochi grattacapi , qualcuno come Horner è giunto a ipotizzare che le uova fossero state manipolate dopo la deposizione.
La realtà forse è un altra. Sembra che questa particolare disposizione favorirebbe la deposizione nel caso l'uovo provenga da entrambi gli ovidotti , sia da sinistra che da destra , e simultaneamente mamma-dinosauro girasse intorno al nido.Ciò sembrerebbe che la condizione presente negli uccelli (il solo ovidotto funzionante in essi è quello di sinistra) sia una carattere derivato non condiviso con i più antichi theropodi non aviani.
Gli uccelli moderni depongono un uovo ogni ogni giorno , oppure un uovo ogni tot. di giorni. E' più probabile che i Theropodi estinti si comportassero similmente hai coccodrilli moderni che depongono un gran numero di uova , anche 80, in meno di un ora.
Il nido fossile theropode piu completo forse è quello di Troodon. Esso presenta circa 24 uova di forma allungata.La forma del nido circolare e le dimensioni fanno ipotizzare che esso sia stato prodotto da un animale altro circa 1 metro che abbia ammontato e scavato il terreno con le zampe posteriori.
Questo ci porta a vedere come il sistema riproduttore dei theropodi estinto sia presumibilmente molto simile a quello degli uccelli rispetto a quello che si pensa oggi !Vedere un uovo di gallina , con il suo embrione all'interno , non è molto diverso che vedere un uovo di dinosauro ! (cosa che l'uovo di gallina è a tutti gli effetti)


Un nido fossile di Theropode Dromeosauride
Referenze:
The theropod reproductive system , Peter Larson, Gaia N°15, Decenber 1998

Approfondimento sulla struttura delle uova.



venerdì 16 gennaio 2009

Intervista -- Simone Maganuco

Oggi per l'angolo delle interviste qui a Mesozoica , abbiamo il giovane e talentuoso paleontologo italiano Simone Maganuco, che ho avuto il piacere di incontrare durante una mia "escursione" a Milano.
A voi l'intervista !

- Inanzitutto in cosa consiste la tua collaborazione presso il Museo di Storia Naturale di Milano?
Si tratta di una collaborazione esterna con la sezione di Paleontologia che dura ormai da 8 anni, iniziata come tesista e continuata sotto contratto di collaborazione a progetto o come volontario, a seconda delle disponibilità economiche dell'Istituto. Durante questo periodo mi sono occupato principalmente di vertebrati fossili. Ho studiato resti di anfibi e rettili mesozoici, ho redatto pubblicazioni scientifiche e divulgative, ho classificato/riordinato e (in parte) catalogato quasi 2000 esemplari, ho partecipato a progettazione ed allestimento di esposizioni permanenti e mostre temporanee e, più in generale, sono stato d'aiuto a tutti i colleghi del museo ogni qualvolta si sia presentata l'occasione di affrontare lavori utili per il bene della scienza e dell'Istituto che rappresentiamo, indipendentemente dalla mansione (discussioni, stesura di progetti, ricerca, divulgazione, presentazioni, revisioni, determinazioni. preparazione e restauro dei fossili, allestimenti, sistemazione delle collezioni, assistenza a studenti italiani e colleghi stranieri... talvolta anche questioni burocratiche o lavori di bassa manovalanza).
-
Quali studi hai conseguito per intraprendere tale carriera? (domanda banale , classicissima!)
Mi sono laureato in Scienze Naturali (indirizzo paleobiologico) all'Università degli Studi di Parma, ho studiato per conto mio i testi di un master sulla sistematica, ho frequentato il Museo di Storia Naturale di Milano per fare esperienza (vedi domanda precedente) e proprio in questi giorni sto terminando il dottorato di ricerca in Scienze della Terra (Evoluzione degli ecosistemi in dominio continentale e marino) presso l'Università degli Studi di Firenze.
- In che modo sei riuscito ad entrare nell'ambito della paleontologia accademica e professionale? Quali sono stati i tuoi "passaggi chiave" per arrivere dove sei ora ?
Il primo passaggio chiave risale all'infanzia. Fin dall'età di tre - quattro anni sono sempre stato incuriosito dagli animali preistorici ma l'amore per i dinosauri è sbocciato l'anno successivo quando mio zio ha regalato a mio cugino, con cui giocavo sempre, due modellini di dinosauri robot trasformabili della Takara. Pochi giorni dopo, visto il nostro interesse, mia zia comprò il libro "guarda e scopri gli animali della preistoria", e da allora non ho mai smesso di leggere libri, disegnare e raccogliere articoli a tema.
Il secondo passaggio chiave è avvenuto al momento di chiedere la tesi di laurea. All'università di Parma non c'erano possibilità concrete di lavorare su vertebrati fossili e il professore che teneva il corso di paleontologia mi disse che non mi avrebbe seguito e anzi, mi consigliò dati i miei risultati di non "buttar via la mia esistenza" e di passare a una facoltà più redditizia come ingegneria... Seppur amareggiato ignorai i suoi consigli. L'unico altro argomento interessante disponibile al momento era però una tesi sperimentale di zoologia sui lacertidi. Andai allora a parlare con il Prof. Vittorio Parisi, allora presidente di Scienze Naturali, esprimendogli sinceramente il mio interesse verso la paleontologia e le mie motivazioni; egli mi consigliò vivamente di seguire "il cuore" e di provare a contattare i più importanti musei nazionali. Dopo diversi giri a vuoto e decine di telefonate inutili venni ricevuto dal Dott. Arduini, curatore dei vertebrati fossili al Museo di Storia Naturale di Milano, il quale dopo aver ascoltato le mie idee e valutato la mia carriera universitaria decise di offrirmi una possibilità.
L'ultimo passaggio chiave risale agli inizi del 2002, epoca in cui frequentavo il Museo di Storia Naturale di Milano come tesista. Un giorno, mentre mi recavo in collezione, notai sul tavolo dei preparatori un gigantesco muso giunto in museo da poco. Sebbene fosse già chiaro che si trattava di un grande esemplare di spinosauride nessuno in museo vi aveva ancora dedicato particolare attenzione, tanto che non si sapeva ancora se fosse una mandibola o una mascella superiore e quale fosse la specie di appartenenza.
Appena lo vidi smisi di dormire la notte... Cominciai a raccogliere informazioni e a disegnare le prime ricostruzioni, finché pochi giorni dopo dissi al paleontologo Dal Sasso che secondo me l'esemplare custodito in museo apparteneva al genere Spinosaurus, si trattava di una mascella superiore con caratteristiche anatomiche particolari e probabilmente apparteneva ad un esemplare di taglia simile, se non superiore a Tyrannosaurus del Nord America e Giganotosaurus dell'Argentina. Pochi giorni dopo venni invitato a far parte del team di studio dell'esemplare e cominciai ad essere considerato un collaboratore del museo a tutti gli effetti.
- Come ci si sente sapendo di aver descritto (e di stare attualmente descrivendo) alcuni degli esemplari senza dubbio piu spettacolari della paleontologia, soprattutto nell'ambito di Theropoda?
È il realizzarsi del sogno di una vita, una grande soddisfazione personale che ripaga degli studi fatti e dei sacrifici compiuti. A volte mi capita di riprendere in mano gli articoli e mi sembra ancora impossibile che ci sia scritto Simone Maganuco tra gli autori. Lavorare ad esemplari scientificamente così importanti comporta anche una grande responsabilità nei confronti degli esemplari stessi (che devono essere adeguatamente studiati), della comunità scientifica e in un certo senso anche delle generazioni future, la cui possibilità un domani di fare ricerca dipende in parte anche da cosa riusciremo a fare noi per risvegliare e mantenere vivo l'interesse verso la paleontologia nel nostro Paese. Oltre alla bellezza intrinseca degli esemplari, la consapevolezza di cosa essi rappresentino e le motivazioni che ne derivano sono quindi un ulteriore stimolo a dare il meglio di sé e rendono ancora più appagante quando si riesce (almeno ci si prova!) ad ottenere buoni risultati. Devo però ammettere che è altrettanto stimolante anche confrontarsi con esemplari frammentari e meno spettacolari, che giacciono spesso dimenticati nelle collezioni, e riuscire a tirarne fuori informazioni inaspettate e piuttosto rilevanti (per questo è nato il gruppo "raiders of the lost taxa" ;-) ).
- Qualche informazione (se è lecito) sui tuoi progetti futuri in ambito paleontologico. Inoltre in cosa consiste il tuo lavoro e collaborazione con la Geomodel ?
Per quanto riguarda il museo di Milano, il progetto più importante e impegnativo è sicuramente portare a compimento la descrizione completa di Scipionyx samniticus.
Inoltre sto terminando proprio in questi giorni lo studio del materiale di anfibi temnospondili del Triassico del Madagascar su cui verte la mia tesi di dottorato, di cui andranno presto in stampa un articolo e una monografia. Una seconda monografia è quasi pronta per essere mandata in revisione e a quel punto mi resterebbe da completare lo studio del materiale diapside. In futuro, a conclusione di tutti i lavori sulla fauna del Triassico inferiore del Madagascar pubblicati dalla sezione di Paleontologia (compresi gli invertebrati studiati dai colleghi e i vertebrati parte dei quali anch'essi in revisione da parte di uno studente, parte in studio da parte di altri colleghi) mi piacerebbe molto partecipare alla stesura di una monografia sul Triassico del Madagascar e alla progettazione e realizzazione di un diorama a tema.
Ci sarebbero poi alcune piccole ma importanti pubblicazioni su materiale africano (in particolare Niger e Marocco) che vorrei portare a compimento, possibilmente entro la metà del prossimo anno, ma causa impegni di lavoro e altri ostacoli vari il loro destino è purtroppo ancora incerto.
Ho anche progetti ambiziosi su Spinosaurus, sul muso già descritto e forse non solo sul muso.. Data la situazione di instabilità della mia posizione contrattuale all'interno del Museo, non so come finirà questa cosa e al momento preferisco non farmi illusioni perché potrei non trovare il tempo. Avrei anche alcuni progetti già pronti a livello di museologia che mi piacerebbe molto vedere concretizzarsi, come alcune variazioni e aggiunte alle esposizioni dei temnospondili e dei sinapsidi non-mammiferi, e la sala dei dinosauri completata con gli scheletri e le modifiche che ho proposto.
Tornando al campo della ricerca vorrei dare una mano ad Andrea Cau, affinché la sua Megamatrice (diciamo che il mio contributo ormai è solo iniziale, paragonabile a quello che può avere un maschio di mammifero placentato nella riproduzione..) venga pubblicata in tutta la sua magnificenza senza limite di pagine e completa anche di illustrazioni.
Per conto della ditta "Geomodel" (VE), collaboro invece con lo scultore Andrea Leanza nella realizzazione di una nuova serie di sculture iper-realistiche di dinosauri accompagnate da pannelli didattici, che dovrebbero essere il nucleo centrale di una mostra itinerante che sto progettando da tempo e nella quale dovrebbero essere esposti anche altri calchi e modelli. Il progetto comunque è ancora ben lontano dall'essere terminato (principalmente a causa dei mille altri impegni di lavoro di Leanza), anche se spero che si possa fare qualcosa entro la fine del 2009. Del mio lavoro in campo paleontologico fanno parte anche la collaborazione con la "Bottega di Michelangelo" (PT) che realizza modellini di animali preistorici e inoltre da qualche mese sto collaborando alla grande con l'illustratore Davide Bonadonna ad un progetto di un'esposizione divulgativa-didattica di cui presto vi informeremo (niente di top secret, ma finché non è sicuro nero su bianco al 100% preferisco non parlarne). Vi è infine l'idea di una mostra che coinvolga paleontologi, paleoartisti e paleoappassionati incentrata sulla paleoarte... al momento si sta valutando quale possa essere il modo migliore per concretizzare il progetto.
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Da paleontologo italiano, quali potrebbero essere le future scoperte che la nostra penisola tiene ancora nascoste nelle sue rocce? Credi ci sia ancora molto da scoprire nel nostro Paese?
Personalmente penso che siamo solo agli inizi e che il nostro Paese ci riserverà molte altre straordinarie scoperte in campo paleontologico. Da studioso degli animali di terreferma del Mesozoico, mi aspetto che un giorno verranno fatte importanti scoperte sia in località nuove sia in quelle già note (le prede del saltriosauro? i teropodi e i tireofori del Villaggio del Pescatore? uno Scipionyx adulto? altre impronte? chissà..). Inoltre immagino che da qualche parte vi sia un mondo perduto simile a quello ritrovato a Lourinha in Portogallo..
- Ci sono altri hobby oltre alla paleontologia nella tua vita ?
Da quando lavoro in questo campo non dedico molto tempo alla paleontologia come hobby, sebbene cerco di non perdermi alcun evento sul tema, come ad esempio mostre e documentari. Per "staccare" dal lavoro, adoro passare il tempo con il mio Labrador di quasi due anni, andare al cinema, stare con le persone a cui tengo. Sono un vorace estimatore della cucina piacentina e faccio parte della confraternita dei Grass (www.igrass.it) anche se nell'ultimo anno per motivi vari sono stato un po' latitante. Seppur non sono un assiduo lettore mi piacciono molto anche i comics americani, in particolar modo Spiderman, e alcune serie di cartoni animati e manga giapponesi tra cui Mazinger Z e Saint Seyia (i cavalieri dello zodiaco). Ma il mio passatempo principale è collezionare modellini dei Transformers (quelli della G1, dal 1984 al 1987 per intenderci, più quelli del film del 2007).
- Come affronti le difficoltà che la tua fantastica carriera , aimhè ,ti pone?
Le difficoltà non sono certo poche: come pendolare tra andata e ritorno ho circa 5 ore di viaggio al giorno da casa al museo; la retribuzione, pur sommando tutti i lavori che faccio, è decisamente bassa e comunque sempre incerta, cosa che comporta di dover fare diverse rinunce; e in ogni caso per riuscire a raggiungere un minimo accettabile di guadagni devo sempre seguire mille progetti diversi contemporaneamente, tanto che ci sono intere giornate o settimane in cui mi capita di non avere un minimo di tempo libero da dedicare a me stesso e di non riuscire a stare quanto vorrei con le persone a cui tengo, nemmeno alla sera, nemmeno nei weekend...
Se riesco ad andare avanti in questo modo lo devo alla comprensione e al supporto di queste persone, specie di quelle che mi stanno attorno, e alla fortissima passione che ho per questo lavoro...., tanto che più che un lavoro spesso mi sembra un sogno ad occhi aperti.
- Un consiglio per ogni paleo-appassionato che ha intenzione di intraprendere la paleontologia come sua futura carriera!
Chiedetevi diecimila volte cosa volete dalla vostra vita, cosa sognate di costruire e quali sono le cose a cui non vorreste mai rinunciare..
Chiedetevi se sareste pronti a mollare tutto per fare un lavoro qualsiasi nel caso non andasse bene questa carriera, se accettereste di accontentarvi di non guadagnare molti soldi e di fare sacrifici, se sareste disposti a stringere i denti e non darvi per vinti difronte alle umiliazioni di concorsi truccati e posti già assegnati, se foste disposti a partire e lasciarvi tutto alle spalle nel caso in cui le uniche occasioni dovessero essere in un posto molto molto lontano..
Se dopo aver riflettutto su queste domande sarete ancora decisi ad intraprendere questa carriera, allora vi consiglio di studiare e leggere ancora di più di quanto state facendo ora, di non perdere mai occasioni (sia in Italia, sia all'estero) per migliorare le vostre conoscienze e per fare esperienza, di mettervi continuamente in discussione e di migliorarvi per cercare di essere i migliori, in modo da sentirsi preparati e da essere pronti a cogliere le occasioni e soprattutto in modo da sentirsi sereni e in pace verso voi stessi, comunque vada a finire, sapendo di avercela messa tutta. Io credo che, se la passione e le motivazioni sono fortissime e la preparazione buona il più possibile, si possa riuscire a realizzare il proprio sogno, se non per tutta una vita almeno per un po'.


paleo-saluti e buon anno,
Simone Maganuco